Data dell’evento: 26 Marzo 2022
Con la pellicola di questa sera concludiamo il ciclo di proiezioni dedicato all’universo femminile, soffermandoci in particolare sulle discriminazioni di genere nell’educazione e nei modelli culturali.
“Mustang”, opera prima della giovane cineasta turca Deniz Gamze Ergüven, narra le vicende di 5 sorelle adolescenti che vivono in un piccolo centro rurale in Turchia e della loro ribellione ad un’educazione fondata sulla discriminazione di genere.
Pregio maggiore di questa pellicola è quello di affidare il punto di vista della vicenda a Lale, la più giovane delle sorelle, che rappresenta la speranza di un futuro di liberazione ed emancipazione.
LA TRAMA
In un villaggio nel Nord della Turchia, all’inizio della stagione estiva, Lale e le sue quattro sorelle, mentre tornano a casa dopo l’ultimo giorno di scuola, scherzano e giocano con un gruppo di ragazzi in modo del tutto innocente e spontaneo.
Eppure questo evento viene ritenuto indecoroso e scandaloso dai membri di questa piccola comunità, dove vige un’educazione retrograda e maschilista.
Le 5 ragazze sono orfane, sotto la tutela della nonna e dello zio, che in seguito al loro gesto ritenuto “scandaloso” hanno una reazione punitiva eccessivamente severa. Così gradualmente la casa si trasforma in una prigione, gli studi vengono sostituiti dalle pratiche domestiche e la famiglia inizia a organizzare matrimoni combinati.
Le cinque sorelle, animate dallo stesso desiderio di libertà, troveranno un modo per aggirare i limiti imposti.
BREVE RECENSIONE
Mustang in turco significa “cavallo selvaggio”: il titolo è un simbolo della femminilità esuberante e ribelle delle giovani protagoniste, che rifiuta di essere ingabbiata in valori tradizionali ingiusti.
Alla sua uscita la pellicola è stata benevolmente accolta dalla critica, premiata a Cannes e al Festival di Toronto. I francesi, che sono coproduttori, scelsero questo film per rappresentare il loro paese agli Oscar nel 2016. Eppure il soggetto della giovane cineasta turca Deniz Gamze Ergüven non è originalissimo: viene subito da paragonarlo al “Il giardino delle vergini suicide” (1999) di Sofia Coppola.
Infatti quest’ultimo film racconta della fine prematura di 5 sorelle adolescenti di Detroit nel 1974, represse dal fanatismo religioso dei genitori. Le due pellicole si somigliano molto nella trama e nella volontà di dare risalto alla bellezza e alla voglia di vivere delle giovanissime protagoniste, rendendo così ancora più efficace la contrapposizione con l’oscurantismo e il grigio moralismo degli adulti. Tuttavia il registro della narrazione è diverso: Il film della Coppola è onirico ed introspettivo e ha un finale tragico, mentre il film turco è di un realismo schietto e brutale, ma lascia ampi spiragli di speranza.
I fatti sono rappresentati con crudezza, senza fronzoli. E anche se la regista stempera con momenti scanzonati offerti da situazioni divertenti e battute, tuttavia allo spettatore rimane la sensazione disturbante, provocata dagli abusi subiti dalle protagoniste. Inoltre la regista dà una notevole importanza alla rappresentazione del corpo delle ragazze (in particolare le chiome fluenti e la luminosità della pelle) con la complicità di una fotografia attenta a prediligere toni morbidi e tonalità calde: lo scopo è quello di liberare la fisicità e contrapporla all’oppressione di spazi chiusi e vestiti incolori e informi.
Degne di nota infine le musiche originali che contribuiscono a restituire sonorità tipiche della musica turca tradizionale.
Infotel evento e prenotazioni 340 106 20 22 – 328 285 0978
Biglietto €. 10,00
Ingresso anche con abbonamento.
Auditorium ODEION, via delle Filatrici 32 – Giovinazzo (BA)
Ingresso ore 20.00 – Proiezione ore 20.30